mercoledì 15 agosto 2012

IL TELEFONO SENZA FILI


I pettegolezzi e i racconti verbali hanno la stessa evoluzione del telefono senza fili. Come il gioco che si faceva da bambini, la verità alla fine è completamente stravolta. Se, inoltre, colui che è l'artefice dell'origine non è sicuro della sua invenzione, il risultato può essere davvero sorprendente.

Credo che ciò avvenga anche ai ricordi e soprattutto ai pensieri. Nel momento stesso in cui nascono in noi, vengono per loro stessa natura distorti e ingannati. Questo principio filosofico sull' inesistenza e sull' inafferrabilità della verità mi svuota completamente. Resta difficile poter capire ciò che non si comprende, ed è impossibile ottenere risposte. La vita diviene incerta. Eppure è necessario fondare la propria esistenza su qualcosa di immobile. Bisogna decidere.
Non esistono dei dogmi assoluti di giustizia, ma esiste il giudizio.
Dico questo perchè non sono più tanto certa dell' efficacia delle parole. Sebbene il mio intento di riversare pensieri e sentimenti in questi scritti avesse un fine di miglioramento, ora non ho più la capacità di vederne la sua utilità. Mi è difficile trovare validi argomenti da porre all' attenzione di entrambi, e non perchè non ve ne siano, ma piuttosto perchè una nebbia avvolge il loro vigore. A causa forse di un passeggero annuvolamento nella mia mente, mi sento scoraggiata nel trovare delle risposte e nell'esprimere delle opinioni. L'immobilità degli effetti rende inutile il pensare. Ora comprendo la fatica della costanza.
Uno sforzo mal riposto rinnega il suo principio: non voglio cedere alla stanchezza, non voglio arrendermi all' adagiarsi, non voglio abbassarmi alla quotidianità. Sebbene mi senta pervadere dalla stasi, provocherò il mio risveglio. Muoviti di fronte all' immobilità. Non fare dell' inganno la tua abitudine; lotta per ciò che ti ha fatto sentire arrabbiato, per ciò che ti ha scosso dal torpore, ma ricordati di farlo perchè sebbene il forte sentimento di allora si sia assopito, esso non è scomparso. Non agire per dovere, non si può provocare la passione. Devi solo essere fedele a ciò che non senti, ma di cui conosci l' esistenza. E se i pensieri di allora si sono snaturati tanto da non essere più riconoscibili, ricorda bene che sei tu il creatore, il custode di te stesso. Il ricordo, seppur confuso, torna sempre, anche quello di una verità diventata bugia.

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